Si trattava di scrivere in venti minuti un breve testo, non ricordo più a che scopo, ma assolutamente spontaneo, che riguardasse un passatempo, un hobby, uno sport... insomma qualcosa che mi piacesse tanto. E poi un breve testo in cui lo stesso argomento fosse presentato in maniera negativa.
Eccolo qua:
Adoro
cucinare con mio marito
Mi piace tanto perché ci permette di passare
tempo insieme. Finalmente, di solito di sera, a volte di pomeriggio, dopo una
giornata pesante, una giornata stressante, o magari solo una giornata intensa, durante
la quale ognuno ha avuto da fare, tra lavoro, spesa o altro. Una giornata in
cui ognuno ha pensato a sé e alle lezioni da dare, agli esami da preparare o da
correggere, ai ragazzini da sopportare!
Insomma, dopo una giornata così, ci ritroviamo
nello stesso autobus o direttamente a casa. E se si prospetta una serata libera
da impegni di ogni sorta, quali sport o cene fuori, ci mettiamo ai fornelli,
pronti per creare qualcosa di unico.
In effetti per me cucinare insieme a mio
marito è come giocare a fare magie. Di bacchette magiche ce ne sono tante e il
loro uso dipende dalla pozione che decidiamo di preparare. Il coltello per tagliuzzare
le verdurine, il cucchiaio di legno per mescolare la salsa, il forchettone per
controllare la cottura del pollo, per nominarne solo alcune.
Ma la bacchetta per eccellenza, quella che non
deve mai mancare, è il cucchiaio o la forchetta o l’utensile di turno che
utilizziamo per assaggiare la nostra creazione e per decidere cosa manca, o se
bisogna aggiungere ancora un po’ di sale o qualche spezia particolare, o uno
dei tanti tipi di peperoncino che abbiamo in dispensa. Perché da quando vivo
qui in Messico ho imparato che il peperoncino non è solo piccante, ma ha un
sapore a seconda del tipo di pianta. E un certo sapore si combina meglio con un
certo tipo di pietanza. Così come succede con i vini. Il bianco con il pesce,
il rosso con la carne.
E ogni volta nasce un’opera d’arte, non me ne
vogliate per la presunzione! A volte il risultato è degno di grandi chef, altre
volte decisamente no, ma per noi ha un grande valore. Quando ci apprestiamo ad assaggiare quello
che le nostre manine hanno creato, fingiamo sempre di essere grandi critici del
Gambero Rosso o il critico di Ratatouille e diamo un voto da uno a dieci al
piatto fumante. Questo è il voto oggettivo, tuttavia ce n’è ancora un altro,
che resta nascosto in fondo al mio cuore, ed è sempre un dieci se vogliamo
quantificarlo sulla stessa scala, un dieci per la passione che ci unisce, per
l’amore con cui è nato quel piatto. Un po’ come nelle mitiche pubblicità delle
salse pronte Barilla!
A parte gli scherzi, si tratta di una
creazione unica, che non si può rifare se non siamo insieme, perché in quel
piatto c’è un pizzico della mia e della sua personalità. Cucinare gli stessi ingredienti quando sono
da sola corrisponde soltanto a una misera imitazione della magia iniziale e
allora preferisco inventare qualcos’altro. Per preservare appunto il ricordo di
quel momento a due, tanto prezioso e agognato di questi tempi.
Detesto cucinare con mio marito
Perché dopo una giornata stressante devo pure
lambiccarmi il cervello per inventarmi cosa cucinare, per carità, devo
sforzarmi un po’ meno visto che siamo in due, ma è pur sempre uno sforzo che
non vorrei fare al mio rientro. Dopo tutti i problemi della giornata, non solo
lavorativi, devo anche muovermi nella nostra cucina, che è un quadratino
indubbiamente minuscolo. E che non ha tanti spazi per appoggiare tutto quello
che ci serve: se io vado accanto al lavello per tagliare le zucchine che
ho appena lavato, mio marito deve assolutamente aprire il rubinetto per
sciacquare il peperoncino e guarda caso ha bisogno del mio coltello preferito
che sto utilizzando io… se lui è ai fornelli per mescolare la salsa, io devo
aggiungere proprio in quel momento una spezia e lo interrompo togliendogli
l’ispirazione…
E immaginatevi girare per quella piccolissima area
con i coltelli affilati! Secondo mio marito io non sono tanto attenta e mi
rimprovera per il modo in cui glieli passo. Ma questo no eh! Io cerco di fare
attenzione, di non farti male… e tu mi rimproveri pure!!! Almeno cerca di
capire lo sforzo, no??? Non parliamo poi di quando sono già furibonda con lui
per altri motivi, magari è un sentimento latente, apparentemente addormentato,
che può rendersi manifesto da un momento all’altro… e cucinare insieme è
davvero pericoloso per il nostro equilibrio di coppia! Se lui dice A, io gli
rispondo B, se pensa di aggiungere sale, io lo fermo perché secondo me va bene
così, se pensa di metterci più acqua perché è troppo asciutto, io metto il
broncio perché gli faccio credere che così non otterremo il risultato a cui
miravo.
Poi, se rientrando non ho avuto il tempo di
cambiarmi, di indossare qualcosa di più comodo per cucinare, capita sempre ma
proprio sempre che mi macchi. Quella maledetta, antipatica goccia d’olio, o di
sugo, o di qualsiasi altro intingolo è invariabilmente lì ad aspettarmi, a
spiarmi, a spiare l’istante in cui potrà raggiungere me. Mica spia mio marito,
no, lui è ancora più vicino, con la sua camicia bianca, immacolata, tanto
invitante per quel sugo rosso rosso e invece no, quest’ultimo preferisce la mia
maglietta colorata, che magari di rosso ce ne ha già tanto!!!
E ancora, detesto quando ci dividiamo i compiti e a
me capita di tagliare le cipolle, o peggio ancora il peperoncino, con tutti i
pensieri che mi girano per la testa devo pure cercare di ricordarmi di a lavare
per bene le mani prima di toccarmi gli occhi o la bocca. Non so se vi è mai
capitato di sentire quella sensazione, un bruciore che fa piangere e che dura
un’eternità, e con le lenti a contatto poi, non ne parliamo!!!
Carino no?
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